Ara di Gosse - Illustrazione di Simone Zoccante

L’ETÀ DELL’ORO

Facciamo un gioco. Se io dico “Epoca vittoriana” che cosa vi viene in mente? 

Alcuni di poi potrebbero rispondere i romanzi di Dickens. Altri potrebbero suggerire la fumosa e grigia Londra della “Seconda rivoluzione industriale”. Altri ancora penserebbero subito al colonialismo britannico. 

La Regina Vittoria, Sherlock Holmes, Jack lo Squartatore, Kipling ed il “Il libro della giungla”, Oscar Wilde, il Moulin Rouge, gli impressionisti, la conquista del West, le esplorazioni di David Livingstone e le teorie di Charles Darwin sono alcuni dei personaggi ed eventi che hanno fatto parte dell’era vittoriana e che hanno cambiato per sempre la storia del mondo ed hanno influenzato il nostro immaginario e la nostra fantasia di occidentali. 

La caratteristica dell’era vittoriana (ovvero quell’epoca che va dal 1837 al 1901 e che coincide con il regno della Regina Vittoria d’Inghilterra) che voglio però approfondire in questa sede è essere stata una vera ETÀ D’ORO per l’illustrazione naturalistica. 

Il secolo che era da poco passato, il 1700, aveva dato il via con Linneo, Lamarck e Cuvier ad una vera e propria rivoluzione in cui erano state “create” di fatto le scienze naturali. Parallelamente al lavoro svolto da questi naturalisti leggendari, lo sviluppo e l’istituzione di musei di storia naturale sempre più grandiosi e dalle collezioni sempre più complete, ha implementato notevolmente l’arte della tassidermia: l’idea di “nutrire una reverenza verso la bellezza e grandezza della natura” ha portato a realizzare tassidermie sempre più realistiche, con pose naturali e dinamiche che facessero apparire l’animale impagliato “ancora in vita” e a volte inserite nei primi diorami, ovvero rappresentazioni artificiali di un habitat che facessero immergere lo spettatore nella scena contemplata.

Le innovazioni apportate nell’arte della tassidermia hanno portato il vento della rivoluzione anche nell’illustrazione naturalistica.

Dalle vecchie tavole in cui si potevano vedere raffigurati animali in posizioni statiche e tendenzialmente estrapolati dal loro ambiente di riferimento, i lavori dei nuovi illustratori presentano dinamismo, teatralità, emozioni e completezza, mostrando il soggetto ritratto nel suo ambiente naturale impegnato in attività tipiche del suo spettro etologico.

Esponente di spicco di questa nuova categoria di illustratori è sicuramente John James Audubon, ornitologo ed allievo del grande pittore francese Jacques-Louis David. Nel suo capolavoro “The Birds of America” del 1839, Audubon raffigura gli esponenti dell’avifauna americana in atteggiamenti e pose naturali, dipingendo gli uccelli durante rituali d’accoppiamento, voli acrobatici, mentre consumano il cibo o mentre compiono atti di predazione. Mentre si osservano le tavole di Audubon si ha quasi la sensazione di trovarsi a poche spanne da una scena di vita selvaggia reale grazie al grande dinamismo delle composizioni, ai colori vividi ed alla immersione del soggetto in un ambiente realistico.

Audubon fu il capostipite di una nuova stirpe di illustratori naturalistici che fiorirono durante l’epoca vittoriana, complice una nuova ondata di scoperte e rivelazioni scientifiche attraverso i lavori di Charles Darwin che contribuirono a aumentare il numero di pubblicazioni riguardanti la zoologia, la tassonomia, l’evoluzione e l’estinzione.

Fu così che furono regalate al mondo pubblicazioni come “The Birds of Australia”, “The Birds of Europe” e “The Birds of Asia di John Gould, “Extinct Birds” del barone Walter Rothschild e varie raccolte monografiche su varie famiglie come per esempio quelle su tucani, pernici e colibrì, tutte realizzate da Gould.

Ognuna di queste opere era arricchita da illustrazioni meravigliose e dal grande impatto visivo, opere di grandi artisti come Joseph Wolf, Joseph Smit, John Gerrard Keulemans, Elizabeth Coxen Gould, John Gould, Henry Constantine Richter, Edward Lear ed Archibald Thorburn.

Le opere di questi maestri furono influenzate dal lavoro di Audubon che, oltre a rimanere un metro di paragone per il giudizio della perizia di un illustratore naturalistico, è stato talmente innovativo da creare una spaccatura tra un prima e un dopo il suo passaggio. Audubon ha settato nuovi standard per l’illustrazione naturalistica e gli artisti del periodo vittoriano hanno costruito sopra queste fondamenta un canone che determina se un’illustrazione naturalistica è fatta bene oppure no. 

Prima di loro le illustrazioni erano fisse, decontestualizzate e antiche. Dopo il loro passaggio le tavole divennero vivide, ricche di dettagli, complete di ambienti, dinamiche ed accurate. Delle vere e proprie “opere viventi”. 

Oggi chiunque si cimenti nell’arte di illustrare la natura deve tenere conto del lavoro di questi maestri del passato, dei valori su cui hanno basato il loro lavoro e dei canoni che hanno spesso involontariamente stabilito. 

Ma esattamente quali sono questi valori? 

Quali canoni sono stati stabiliti? 

Salamandra pezzata - Illustrazione di Simone Zoccante

Elasmotherium sibiricum. Illustrazione di Simone Zoccante

VECCHI VALORI, ABITO NUOVO

“Bisogna seguire delle regole per poterle rompere”. Così si dice spesso quando si parla di tradizioni e di codici. Anche nell’illustrazione naturalistica è così. Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di maestri del passato, di rivoluzioni e di tradizioni, chiudendo la discussione interrogandoci su quali fossero i canoni ed i valori che questi maestri hanno stabilito e ci hanno trasmesso. In questa parte ne analizzeremo qualcuno.

Si potrebbe pensare che lo stile di realizzazione potrebbe essere un valore piuttosto importante da considerare, in realtà sarebbe piuttosto stupido pensare di risultare rilevanti ricopiando pedissequamente uno stile pittorico di 150 anni fa. Ciò che fa parte della storia va conosciuto e rispettato ma se non si evolve lo stile e non si apporta nulla di nuovo ad un canone classico, il risultato è un’opera stantía e sterile dal punto di vista intellettuale.

Se quindi lo stile non è un valore da prendere in considerazione, quale aspetto del lavoro dei maestri del passato va tenuto come riferimento per realizzare un’illustrazione naturalistica accettabile?

  • La prima risposta è la ricercatezza dei dettagli.
  • La seconda è l’accuratezza scientifica.
  • La terza è l’espressività trasmessa.

Partiamo con ordine cominciando a spiegare la ricercatezza.

Le illustrazioni naturalistiche dell’età d’oro sono estremamente curate dal punto di vista del dettaglio. Nulla è lasciato al caso, ogni particolare di una determinata specie è raffigurato con la massima accuratezza e precisione. Ovviamente questo era in parte dovuto dal fatto che ai tempi (1800) non si poteva disporre del progresso fotografico che abbiamo oggi. I primi dagherrotipi erano apparecchi piuttosto ingombranti e difficili da utilizzare su soggetti veloci ed elusivi come la fauna selvatica, causa i lunghissimi tempi di esposizione della pellicola che richiedevano diversi minuti di posa statica del soggetto per l’esecuzione di un ritratto. Come se non bastasse erano in bianco e nero e quindi non si potevano riconoscere i tratti distintivi cromatici delle varie specie.

Per questi motivi le illustrazioni di Gould, Audubon e Wolf sono così ricche di dettagli, dovevano riportare al lettore tutte le caratteristiche del soggetto descritto nel testo di accompagnamento così da poterlo catalogare e distinguere al meglio. Non è tutto però. La ricercatezza con cui erano eseguite aveva anche un altro scopo: quello di comunicare la grandiosità e la ricchezza della natura. L’epoca vittoriana è stata un’età di grandi esplorazioni: Darwin e i suoi viaggi in Sud America ed Oceania e le esplorazioni di Livingston e Baker in Africa, hanno riportato le testimonianze di nuove ed incredibili specie fino ad allora sconosciute; le illustrazioni erano l’unico modo per tramandare le scoperte effettuate e per catalogarle all’interno delle varie pubblicazioni scientifiche.

Passiamo al secondo tema introdotto: l’accuratezza scientifica. Il campo di cui stiamo parlando è l’illustrazione naturalistica, un tipo di illustrazione che dovrebbe avere degli scopi divulgativi riguardo l’aspetto, l’etologia e l’ecologia di determinate specie viventi. Quindi per definizione dovrebbe presentare grande accuratezza dal punto di vista scientifico, accuratezza che passa per un elevato numero di dettagli (anatomici e comportamentali) tutti verificati da situazioni reali o da studi compiuti sull’argomento da scienziati di settore. Le illustrazioni dell’età d’oro avevano tutte un altissimo livello di accuratezza scientifica, non solo presentavano l’animale raffigurato con delle corrette livree, colorazioni, e proporzioni anatomiche, la specie protagonista era anche inserita in un ambiente tipico completo di specie animali e vegetali che coabitavano con l’animale a cui la tavola era dedicata. A cosa era dovuta questa estrema correttezza a livello scientifico di queste illustrazioni?

Alcuni artisti erano sia illustratori che studiosi: è questo il caso di Audubon. Durante la creazione del suo celeberrimo “The Birds of America” Audubon girò in lungo e in largo l’america settentrionale, dall’Alaska ai Caraibi, studiando e dipingendo l’avifauna americana sul campo e poi creando delle versioni definitive dei dipinti in studio. Altro caso di questo connubio di arte e scienza fu John Gould. Anche Gould, come Audubon, era un tassidermista ed artista, ma prima di tutto questo era un ornitologo e naturalista. Questa sua attività da “proto-ricercatore” ha sempre garantito un livello altissimo di accuratezza delle illustrazioni, spesso riuscendo a ritrarre molteplici varietà geografiche di una determinata specie, come per esempio con le diverse livree del cosmopolita Falco Pellegrino. Gould in particolare aveva una particolarità per quanto riguarda il suo modo di lavorare. Non solo fu un autore molto prolifico, disponeva anche di una folta schiera si collaboratori ed era riuscito a costruire un gruppo di lavoro di tutto rispetto per le sue pubblicazioni più importanti.

Gipeto barbuto - Illustrazione di Simone Zoccante

Pipistrello gigante e Parrocchetto dal collare - Illustrazione di Simone Zoccante

DIORAMA NATURE: LA NOSTRA MISSIONE

Se sei arrivato a leggere fino a qui, (ti faccio i miei complimenti e ti ringrazio della tua attenzione) forse ti starai chiedendo: “bello tutto, ma in soldoni che cos’è DIORAMA NATURE?” 

Diorama Nature è una piccola casa di produzione indipendente che si pone come obiettivo principale creare materiale grafico e video volto alla divulgazione di contenuti sulle scienze naturali prestando particolare attenzione alla qualità artistica e concettuale dei prodotti creati. 

Ispirati dalla capacità di un diorama museale di saper divulgare una grandissima quantità di informazioni su un determinato argomento attraverso un composizione artistica creata ad hoc con meticolosità e maestria, abbiamo scelto di fare nostra questa caratteristica e di utilizzarla come punto di riferimento su cui basare la nostra identità aziendale. 

Il nostro pubblico di riferimento sono gli appassionati di scienze e storia naturale che sono alla ricerca di contenuti scientificamente accurati ma anche belli da vedere e di intrattenimento ma non solo, ci rivolgiamo anche a tutte quelle persone che si avvicinano alle scienze naturali e che vogliono consultare contenuti più approfonditi rispetto alla media disponibile nei canali generalisti, ma risultando più leggeri e digeribili rispetto alle pubblicazioni più tecniche alle quali comunque attingiamo per garantire una rigorosa  accuratezza scientifica ai nostri contenuti. 

Il nostro fine ultimo è quello di fornire tutti gli strumenti al pubblico per comprendere le dinamiche naturali e innamorarsi della bellezza della biodiversità usando l’arte come amplificatore per la sensibilizzazione e la conservazione degli ambienti e delle specie che li abitano. 

Non puoi proteggere ciò che non conosci e che hai imparato ad amare.

Noi di Diorama Nature ci impegneremo per farvi innamorare della biodiversità che ci circonda. 

Simone Zoccante

Co-fondatore Diorama Nature