IL LEONE MASCHIO È UN RE FANNULLONE?

Articolo di Simone Zoccante

Pubblicato il 9 Gennaio 2019

Oggi tratteremo un argomento abbastanza di attualità perché parleremo di relazioni maschio e femmina nel mondo animale.

Nel dettaglio oggi getteremo un po’ di luce sul famoso mito del leone fannullone.

Il leone maschio secondo la tradizione popolare è un perdigiorno fannullone che aspetta sotto un’acacia che le femmine, le leonesse, che sono andate a caccia gli portino il pranzo. 

Ma è davvero così?

Come abbiamo detto parleremo del leone maschio e del suo rapporto con le femmine all’interno del branco.

DA DOVE NASCE QUESTO MITO?

 

Innanzi tutto questo mito nasce un po’ dall’osservazione in natura di questo animale. È tradizione popolare infatti che il leone sia considerato il re della foresta e in quanto re abbia un comportamento altezzoso e aristocratico nei confronti degli altri animali.

In particolare si pensa che, essendo un sovrano, ci siano gli altri animali che lo debbano servire e tra questi servitori ci siano anche le leonesse, le femmine del branco, che lo riveriscono e lo viziano come appunto se fosse il loro re.

Ora questa è un’immagine molto evocativa e romantica, però corrisponde molto poco alla realtà dei fatti. Il leone non dimentichiamoci che è un animale. Molto spesso noi tendiamo soprattutto con animali molto famosi come il leone, il cane, il gatto e gli animali domestici, a umanizzare i suoi comportamenti, dimenticandoci che essendo un animale, non ha dei comportamenti umani, ma dei comportamenti biologici.

Questo falso mito, perché si tratta in realtà di un falso mito, viene appunto dall’osservazione in natura dell’animale. Dapprima veniva fatta a occhio nudo dai vari esploratori che si trovavano a contatto con questi animali nel loro ambiente naturale. Dopo l’invenzione della telecamera e dei documentari si è passati da un’osservazione prettamente a occhio nudo effettuata in loco, a un osservazione con la telecamera che ha permesso al mondo di vedere un po’ il comportamento del branco e di questi bellissimi animali.

Infatti in una scena tipo di un documentario si vede un branco di leonesse, quindi tutte femmine, che seguono correndo un animale che può essere uno gnu, una zebra, una gazzella lo uccidono e poi lo portano al resto del branco.

Cosa succede quando le leonesse arrivano con la preda? Arriva il leone che bello tronfio scaccia via tutti gli altri componenti del suo branco e inizia a mangiare per primo perché appunto sarebbe il re della foresta.

LE CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI DEL LEONE

 

Vediamo innanzitutto quali sono le principali caratteristiche comportamentali del leone.

Il Leone è un felino ed è un felino un po’ particolare perché è uno dei pochi felini, se non l’unico, che vive in branchi abbastanza numerosi.

Un branco di leoni può contare fino a una trentina di esemplari. Quello che però distingue questo branco da altri branchi numerosi di mammiferi è la presenza limitata di maschi rispetto al numero di femmine.

Ad esempio, in un branco di dieci esemplari, sono tendenzialmente presenti solo uno o due leoni maschi. Il numero di maschi in un branco può aumentare fino a 4 e nella maggior parte dei casi tutti questi maschi sono imparentati tra loro, sono fratelli che si sono creati un branco costituito principalmente di femmine e in certi periodi dell’anno di cuccioli.

Notiamo quindi che le femmine sono molto più numerose rispetto ai maschi e per questo quando il documentarista riprende una scena di caccia è normale che la maggior parte degli esemplari intenti alla caccia siano femmine. Magari in quel documentario il maschio non viene ripreso durante la scena di caccia e questo fa sembrare il maschio come un non cacciatore, ignavo di partecipare in maniera attiva alla procacciamento del cibo.

QUALI SONO I PRINCIPALI COMPITI DA SVOLGERE IN UN BRANCO DI LEONI?

 

I compiti da svolgere sono principalmente due.

1. Procacciarsi il cibo [Tradizionalmente Femminile]

2. La difesa del territorio e delle risorse [Tradizionalmente Maschile]

Perché ho usato la parola tradizionalmente? Perché è tradizione popolare associare questo compito a un genere piuttosto che un altro.

In realtà è una falsa credenza perché il compito principale di ogni animale è quello di sopravvivere e di riprodursi, poco importa a chi effettivamente svolge questo compito se si è maschi o femmine. Il compito principale è sopravvivere: quindi rifornirsi di cibo, difendere il proprio territorio e riprodursi.

In un branco di leoni, infatti, non è così difficile vedere maschi e femmine andare a caccia insieme e difendere il territorio insieme. Ricordiamo infatti che un leone vive in un ambiente che è pieno di prede molto grosse e molto forti.

1. LA CACCIA

Nella savana e nei luoghi dominati dai leoni, vi sono numerose potenziali prede. Le più gracili, e quindi più facili da cacciare, sono le gazzelle e le antilopi che spesso vengono abbattute anche da leoni e leonesse in solitaria. Le prede più ostiche invece sono numerose, a partire dai bufali africani, possenti bovini che possono pesare fino a 150kg, passando per rinoceronti, giraffe, ippopotami, coccodrilli e, addirittura, elefanti.

Tutti questi sono animali che i leoni cacciano attivamente, seppur non tutti i giorni, e per abbattere un animale così grosso e potente è necessario agire in branco. Per questo anche i maschi partecipano attivamente alla caccia, sia per far numero e aumentare le probabilità di abbattimento della preda, sia dal punto di vista della forza fisica. Il leone maschio essendo molto più forte di una leonessa aggiunge una dose di forza in più che può essere determinante per lo finalizzazione della caccia.

2. LA DIFESA DEL TERRITORIO

Se parliamo invece di difesa del territorio, molto spesso leoni maschi e leoni femmine cooperano alla difesa delle proprie risorse. Non è raro, infatti, osservare scontri tra altri animali e il branco di leoni in cui sono implicate anche le femmine.

Ma esattamente da chi il leone deve difendere il suo territorio?

Principalmente da altri carnivori. Come ad esempio licaoni, iene e in misura minore altri felini come, ad esempio, i leopardi.

Il leone però deve difendere il suo territorio soprattutto anche da altri maschi. Infatti il leone capobranco deve difendere sempre la sua posizione rispetto agli altri maschi più giovani o senza un branco che vengono a sottrargli il territorio e le femmine.

LE TRE FASI DELLA VITA DEL LEONE

Un leone maschio infatti percorre queste tre tappe di vita.

1° – La prima in cui è un cucciolo fino a quando è un giovane adulto. Questa fase la trascorre nel suo branco allevato dalle femmine.

2° – La seconda tappa della sua vita è quando viene cacciato dal branco per formarsene uno da solo. In questo periodo passa settimane, mesi o addirittura anni come un nomade.

Un nomade nella savana che aspetta di formarsi un proprio branco oppure di rubarlo ad un altro leone. Solitamente in questo periodo della vita i leoni possono essere o da soli, vivendo una sorta di nomadismo in solitaria, o possono essere in piccoli gruppi, solitamente formati da due, tre o quattro leoni fratelli scacciati contemporaneamente dal branco di appartenenza e ritrovatisi a vagare per la savana in attesa di formarsi un branco loro.

3° – La terza tappa della vita di un leone è, se tutto va bene, quella di essere un capobranco. In questa fase della vita il leone è riuscito a formarsi un branco con un harem di femmine con cui potersi riprodurre e una schiera di cuccioli, tendenzialmente figli suoi, che mandino avanti la sua generazione.

I ruoli sia di nomade che di capobranco però non sono per sempre. Un leone maschio all’interno della sua vita può vivere periodi alternati di nomadismo e di capobranco. In quanto una lotta per il dominio del territorio e delle femmine contro altri leoni nomadi può determinare la perdita del titolo di capobranco. In questo caso se il leone perde diventerà a sua volta un nomade e i leoni nomadi diventeranno capobranco, se invece il leone riesce a sconfiggere gli invasori rimarrà un capobranco.

Questi scontri sono molto pericolosi e violenti. Si tratta di vere e proprie dimostrazioni di forza e di potenza e molte volte i leoni rimangono talmente feriti che non è raro che muoiano in seguito alle ferite riportate.

Purtroppo, anche se sopravvivessero alle numerose ferite riportate, l’incolumità e la sopravvivenza del leone non sarebbe scontata. Un leone, ritornando nomade e non avendo più con sé la forza del branco e delle leonesse, può avere serie difficoltà nel cacciare nuove prede e potrebbe quindi morire di stenti, o attaccato da altri carnivori che non si pongono problemi ad attaccare gli altri animali quando vedono che questi sono in difficoltà.

Quindi da tutto questo discorso il leone è un cacciatore si o no?

La risposta è sì

IL LEONE MASCHIO E’ UN CACCIATORE SUPER ATTIVO

Il leone maschio è un cacciatore super attivo per due motivi:

1° MOTIVO: IL NOMADISMO

Come abbiamo detto prima un leone maschio deve affrontare un periodo di nomadismo nella savana prima di farsi un branco suo e in un periodo che può durare qualche mese o qualche anno secondo voi non mangia? Assolutamente no. Non può stare a digiuno. Morirebbe di fame e di stenti.

Quindi, un leone, in un periodo di nomadismo, anche se un maschio, visto che è da solo o magari condivide la sua situazione con uno o due fratelli deve cacciare e deve cacciare con successo visto che deve in qualche modo nutrirsi e fidatevi ci sono dei documenti e delle foto che mostrano proprio leoni intenti nella caccia e nell’uccisione di prede anche abbastanza grosse.

2° MOTIVO: LA CACCIA COOPERATIVA

Il secondo motivo per cui il leone maschio è un cacciatore è che all’interno del branco i leoni svolgono un tipo di caccia che è chiamata caccia cooperativa, ovvero ci sono diversi membri del branco che vanno a caccia, non per forza tutti, e ognuno di loro ha un compito ben preciso.

Infatti, alcuni leoni e leonesse hanno il compito di trovare la preda, altri hanno il compito di spaventarla, altri ancora che hanno il compito di inseguirla e di sfiancarla e poi gli ultimi rimasti hanno il compito di finalizzare l’attacco saltando addosso alla preda e uccidendola alla fine.

Molte volte il maschio può prendere parte a vari di questi comportamenti, nel senso che può avere il ruolo di spaventatore della preda. Infatti, un leone con la sua grande criniera è molto più spaventoso rispetto a una leonessa, e quindi può mettersi dietro un cespuglio ed uscirne fuori appena arriva la preda, spaventandola e facendole cambiare direzione verso le leonesse che poi la uccideranno.

Il leone maschio può addirittura avere il compito di abbattitore della preda, soprattutto, se la preda ha grosse dimensioni. Ricordiamo, infatti, che un leone maschio è più muscoloso e più robusto ed è quindi più forte di una femmina. Grazie a queste sue caratteristiche fisiche può, quindi, avere la meglio su delle prede che sono più grandi e potenti, come, per esempio, un bufalo o come per esempio una giraffa, o un piccolo elefante per esempio.

Una domanda sorge spontanea: come mai tutte queste vicende non vengono riprese dai documentaristi? Beh, innanzitutto perché i documentaristi non stanno 24 ore su 24 con il branco di leoni, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno, quindi alcuni dei comportamenti di questi animali possono risultare oscuri e nascosti.

C’è da ricordare, infatti, che i leoni non cacciano durante il giorno col sole a picco, ma cacciano tendenzialmente nei periodi in cui la temperatura dell’aria è più fresca. In Africa fa parecchio caldo nella savana ed è impensabile che l’animale cacci nelle ore più calde del giorno quando il sole è a picco su in cielo e fa 40 gradi all’ombra. E’ molto più probabile che un leone cacci la mattina magari presto quando fa fresco o la sera se non, addirittura, la notte ed è difficile monitorare le imprese di caccia di un branco di leoni di notte.

C’è anche da dire a difesa di chi fa documentari che la tecnologia sta aiutando molto questo lavoro perché con le ultime tecnologie è possibile avere riprese di tipo satellitare o avere delle riprese con dei droni. Si stanno usando sempre di più delle macchine fotografiche e delle videocamere con tecnologia infrarossi, se non addirittura delle camere nascoste in punti strategici per monitorare l’attività del branco dove l’occhio umano non può andare. Quindi, in realtà, anche nei documentari odierni sempre di più si stanno vedendo testimonianze di leoni maschi cacciatori o che partecipano attivamente alla caccia del branco.

Quindi, non è sempre vero che tutte le leonesse rincorrono la preda e la uccidono tutte insieme; è molto più plausibile che le leonesse e i leoni maschi si disperdano sul territorio in maniera radiale rispetto alla preda, cioè che la circondano.

LE TESI PER CUI IL LEONE MASCHIO SAREBBE UN RE PIGRONE

Ora abbiamo visto in che modo i leoni partecipano attivamente alla caccia e abbiamo capito che i leoni maschi effettivamente sono dei cacciatori attivi. Vediamo adesso quali sono le principali tesi al fatto che il leone sarebbe un re pigrone.

1° TESI: IL MASCHIO E’ PIU’ IMPACCIATO

La prima è che il leone maschio sarebbe più impacciato della leonessa. E’ un’informazione vera questa? Nì.

Nel senso che, in effetti, la femmina è più agile rispetto al maschio, ma è più agile per un fattore di peso.

Una leonessa, infatti, pesa molto meno di un maschio, pesa circa 170kg; e 170kg per un animale di quelle dimensioni è un peso abbastanza leggero. Un maschio pesa dai 200 ai 220 kg fino ai 250kg dei maschi più grossi, quindi è un peso molto maggiore.

Un motivo per cui il leone maschio è meno agile di una leonessa è perché pesa molto di più. Quindi pesando molto di più è capace di scatti meno fulminei e magari ha una resistenza un po’ minore. Questo peso in più comporta sì una minore agilità e un minore scatto, però comporta molta più forza. Infatti, un leone maschio è decisamente più forte di una femmina quindi in uno scontro con un grosso erbivoro sicuramente avrebbe più forza da poter mettere in gioco contro la preda.

E allora la sua vistosa e immensa criniera? Se la criniera fosse un reale problema per l’agilità e i movimenti del leone allora durante i periodi di vita di nomadismo i leoni non sarebbero capaci di procacciarsi il cibo a causa della criniera, ma dal momento che sono perfettamente in grado di cacciare delle prede con successo significa che la tesi della carriera che è pesante e impedisce i movimenti al leone purtroppo non è vera.

2° TESI: E’ UN MASCHIO QUINDI E’ PIGRO

Seconda tesi a sostegno del fatto che il leone maschio sarebbe pigro è appunto la pigrizia intrinseca di questo animale.

Secondo la tradizione popolare, infatti, la femmina, la leonessa sarebbe attiva e lavoratrice, sempre secondo un’ottica diciamo femminista, mentre il leone maschio, invece, sarebbe un pigro e indolente: un vero fancazzista.

E’ vera questa tesi? No.

Perché la specie del leone è tutta pigra. Nel senso che sia i maschi sia le femmine sono dei pigroni, infatti, sono animali che passano anche 18-20 ore al giorno a dormire.

Il motivo principale è che in Africa fa molto caldo, a causa della nota calura africana, e in un ambiente così caldo ha poco senso per un predatore mettersi alla ricerca di cibo in caccia durante le ore più calde. Questo vuol dire che sprecherebbe troppa energia fondamentale quando si vive nella natura. Non ci sono supermercati 24 ore nella natura, quindi ogni singolo spicchio di energia è utile per la sopravvivenza.

Quindi, i leoni dormono tantissimo sia i maschi sia le femmine, si mettono in caccia, alla ricerca di cibo, quando fa più fresco, la mattina la sera e durante la notte, quindi se è vero che i leoni maschi sono dei pigroni indolenti è anche vero per le femmine che passano anche loro gran parte del giorno dormendo.

3° TESI: IL MASCHILISMO ANCHE NEL MONDO ANIMALE

Ultima tesi a favore della pigrizia del maschio del leone sarebbe una tesi un po’ stupida che è quella del famoso maschilismo.

Il leone sarebbe pigro perché è maschilista e lascia fare tutto alle femmine. Questa è una tesi abbastanza puerile e, inoltre, piuttosto ignorante del comportamento degli animali visto che il maschilismo è una corrente di pensiero umana. Non ci sono animali maschilisti o femministi a parte noi esseri umani, quindi, pensare che un animale che vive nella natura sia maschilista o femminista è una stupidaggine colossale: equivale a pensare che la terra stia ferma e il sole ci gira intorno. Questa tesi mostra il fatto che non si conosce per niente nessuna base di etologia.

Come ho spiegato prima è molto facile umanizzare comportamenti degli animali perché facciamo dei parallelismi sui nostri comportamenti. Gli animali sono da sempre per gli essere umani una grande fonte simbolica e una grande fonte di archetipi di storie, quindi è molto facile umanizzare dei comportamenti o delle caratteristiche animali con delle caratteristiche dei comportamenti umani.

L’obiettivo di qualsiasi animale appunto è sopravvivere, difendere il suo territorio e riprodursi. Non c’è spazio in natura per dei sentimenti come il maschilismo o il femminismo, quindi è una tesi che è assolutamente ridicola.

Abbiamo gettato un po’ di luce in questo video sul famoso mito del leone pigrone e in realtà abbiamo scoperto che è un animale molto attivo e che assolutamente è un cacciatore e un difensore del branco incredibile.

Se avete qualche curiosità su qualche mito che riguarda altri animali a parte il leone potete tranquillamente scriverlo nei commenti.

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Prodotto e Realizzato da: Simone Zoccante e Antonio Di Meglio
Testi: Simone Zoccante / Antonio Di Meglio
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Montaggio: Antonio Di Meglio
Regia: Simone Zoccante / Antonio Di Meglio

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