IL CRANIO E LA TESTA DEI CANIDI E DEI FELIDI PT.1 – ANIMALI ILLUSTRATI

ANIMALI ILLUSTRATI Animali Illustrati è una rubrica che tratta delle differenze anatomiche tra varie specie e tramite il disegno si spiegano le caratteristiche morfologiche e funzionali di alcuni animali. Questa prima serie di video sarà dedicata al Leopardo Nebuloso (Neofelis nebulosa). FELIDI E CANIDI A CONFRONTO – IL PIANO CORPOREO I canidi e i felidi…

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CANE STA A LUPO COME CAVALLO STA A… – TARPAN

Se facessimo un gioco e provassimo a trovare i corrispettivi selvatici dei nostri animali domestici, arrivando al cavallo avremmo forse qualche piccola difficoltà.
Il motivo? I cavalli selvatici non esistono, o meglio non esistono più.
Né i fieri Mustang delle pianure nordamericane né i primitivi cavalli di Przewalski possono essere considerati dei veri e propri cavalli selvatici.

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I CORVI SONO NERI MA NON TROPPO

Nel video di oggi parleremo di un uccello dall’aspetto molto particolare. Si tratta di un avvoltoio che sembra un’aquila, vola come un falco e si nutre solo di ossa. Di chi stiamo parlando?
Il protagonista del video di oggi è il Gipeto barbuto, un avvoltoio davvero molto bello ed insolito, non solo nel suo aspetto, ma anche in alcuni suoi comportamenti.

L’argomento di oggi sono i bagni di ferro. O meglio bagni di fango contenente ossidi di ferro. Perché il gipeto si fa il bagno in queste pozze dal colore aranciato?

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FELIDI E CANIDI A CONFRONTO – IL PIANO CORPOREO – ANIMALI ILLUSTRATI

ANIMALI ILLUSTRATI Questo è il primo video del format “Animali Illustrati”, una rubrica che tratta delle differenze anatomiche tra varie specie e tramite il disegno si spiegano le caratteristiche morfologiche e funzionali di alcuni animali. Questa prima serie di video sarà dedicata al Leopardo Nebuloso (Neofelis nebulosa). FELIDI E CANIDI A CONFRONTO – IL PIANO…

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IL GIPETO BARBUTO E I BAGNI DI FERRO

Nel video di oggi parleremo di un uccello dall’aspetto molto particolare. Si tratta di un avvoltoio che sembra un’aquila, vola come un falco e si nutre solo di ossa. Di chi stiamo parlando?
Il protagonista del video di oggi è il Gipeto barbuto, un avvoltoio davvero molto bello ed insolito, non solo nel suo aspetto, ma anche in alcuni suoi comportamenti.

L’argomento di oggi sono i bagni di ferro. O meglio bagni di fango contenente ossidi di ferro. Perché il gipeto si fa il bagno in queste pozze dal colore aranciato?

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IL MISTERO DELL’ARA PERDUTA – ARA GOSSEI

IL MISTERO DELL’ARA PERDUTA
Contea di Hanover Parish, 10 miglia ad Est di Montego Bay, Giamaica.
Sulle montagne costiere nei pressi della cittadina di Lucea, un tale di nome Mr. Odell è impegnato in una battuta di caccia. Odell scorge il suo obiettivo, prende la mira e spara.
L’uccello colpito cade al suolo e l’uomo lo osserva attentamente prima di riporlo nel suo carniere, si tratta di una bellissima ara rossa.
Mr. Odell ancora non lo sa, ma quel pappagallo scarlatto darà vita ad uno dei dibattiti più intriganti delle scienze naturali. Era il 1765.

Tre anni dopo un certo Dr. Anthony Robinson, un naturalista, esamina l’ara rossa che Mr. Odell aveva ucciso ed imbalsamato e ne formula una descrizione, sottolineando i tratti unici di quell’ara che, a detta sua, non somigliava a nessun altro pappagallo osservato fino a quel momento.

Dopo poco si persero le tracce del pappagallo impagliato e la descrizione di Robinson divenne improvvisamente l’unica prova dell’esistenza di quell’uccello.
Quel documento sembrava essere destinato a cadere nel dimenticatoio quando 80 anni dopo venne esaminato dal famoso naturalista Philip Henry Gosse, arrivato in Giamaica per lavoro.

Nel 1847 la descrizione di Robinson redatta da Gosse venne pubblicata nel libro “Birds of Jamaica” uscendo da fatto di cronaca locale ed elevandosi a documento scientifico.

La storia dell’Ara di Gosse era ufficialmente cominciata.

Tutto ciò che ci rimane ad oggi come testimonianza dell’esistenza di questo pappagallo sono un documento di 10 righe (la descrizione di Robinson e Gosse) e un’illustrazione di Joseph Smit pubblicata nel 1907 all’interno del libro “Extinct Birds” scritto dal barone Rothschild.

Analizzando a fondo la storia dell’Ara di Gosse non mancano alcuni interrogativi.
L’Ara uccisa da Mr. Odell era l’ultima della sua specie?
Si è davvero estinta l’Ara di Gosse? E se si quando?
Perché non esistono delle descrizioni di questo pappagallo antecedenti al 1768?
E soprattutto: è mai esistita l’Ara di Gosse?

All’interno di questo video indagheremo l’intricata storia di questa bellissima “Ara perduta” e cercheremo di porre alcune soluzioni al suo mistero.——————-

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L’ORSO POLARE È CANNIBALE A CAUSA DELL’UOMO?

La parola “cannibale” deriva dal termine spagnolo “caníbal” (o caríbal), che deriva a sua volta dal vocabolo “Caribe”, una popolazione nativa del Centro America, in particolare del Mar dei Caraibi, popolazione che si dice avesse abitudini antropofaghe.

Mentre per l’uomo moderno il cannibalismo è un comportamento tabù, condannato ed aberrante, in natura è una pratica che viene attuata molto spesso.
Per noi persone civili è difficile immaginare cosa possa spingere un animale a nutrirsi dei propri simili. Forse ci siamo dimenticati cosa voglia dire avere fame per giorni e lottare per la sopravvivenza in un mondo che non fa sconti, come quello della natura.

Questo è il caso del video di oggi.
Dalle tropicali isole dei Caraibi, ci spostiamo nell’estremo Nord, all’interno del Circolo Polare Artico.
Questo territorio impervio è il regno del più grosso carnivoro terrestre: l’Orso Polare.

Sembra che ultimamente alcuni esemplari di questa imponente specie di urside, si siano dati alla pratica del cannibalismo.
La causa?
Secondo alcune testate giornalistiche sarebbe il “Riscaldamento Globale” prodotto dall’uomo.
Quindi da noi.

Ma è proprio così?
Siamo proprio noi la causa di questo comportamento estremo?
Oppure il cannibalismo è un fenomeno già presente nel panorama etologico dell’orso polare?

Nel video di oggi approfondiremo questo fenomeno, ne capiremo le cause e separeremo ciò che è vero da ciò che non lo è.

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LA BUFALA DEL BRANCO DI LUPI – #MITI E #FALSIMITI

Il lupo da sempre è stato al centro di storie, miti e leggende.
Questo succedeva in tempi antichi, ma succede anche ai giorni nostri.
Alcune storie vedono il lupo come incarnazione di tutto ciò che ci spaventa della natura: la sua violenza, ferocia ed indomabilità.
Altri racconti prendono il lupo come eroe positivo, una figura benevola dalle incredibili doti e dotato di un carisma fuori dal comune.
Mentre però i racconti ispirati alla natura di Esopo, prendevano gli animali come simboli di comportamenti umani ed avevano come scopo educare le persone alla conoscenza della natura dell’uomo, al giorno d’oggi i miti su alcuni animali sono solo frutto di una bassissima conoscenza di questi ultimi e spesso si fanno portatori di messaggi errati e fuorvianti.

Il video di oggi riguarda questo tipo di storie.

La Bufala del branco di lupi è una notizia del 2015 che gira attorno alla foto della copertina.
In questo video cercheremo di capire perché non corrisponde a verità ed invece qual è la versione corretta.
Scopriremo alcune delle dinamiche presenti in un branco di lupi e parleremo dell’importanza della divulgazione responsabile.

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IL SANTUARIO PELAGOS

Davvero il Leone maschio è un animale pigro e indolente che lascia alle femmine del branco tutti i compiti della caccia?

Nel video di oggi scopriremo la verità sulla vita dei leoni. Approfondiremo le loro diverse fasi di vita e osserveremo quanto dura possa essere per loro la lotta per la sopravvivenza. Infine vedremo anche i tre motivi per cui erroneamente si crede che il leone maschio sia un animale nullafacente.

Essere un leone capobranco richiede forza, agilità ed esperienza e in un branco di leoni ci può essere solo un leone adulto capobranco. Nessun altro leone adulto può essere presente.

Chi non è il più forte è costretto a vivere da nomade per anni. Se vuole avere la possibilità di tramandare il proprio patrimonio genetico ciò che deve fare è superare in una lotta feroce e cruenta un altro leone capobranco e rubargli il branco di femmine e cuccioli.

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